LA FAMIGLIA NELLA CHIESA SINODALE, APPUNTI.

 


Il cammino sinodale non ci chiede di riflettere solo sui bisogni e le esigenze delle 

famiglie, ma sul contributo che la famiglia in sé può dare al cammino sinodale della 

Chiesa, come soggetto pastorale".

Premessa: La famiglia oltre ad essere specchio di sinodalità è anche luogo e strumento 

privilegiato di annuncio. La famiglia, infatti è, o almeno aspira ad essere, il luogo in cui si cammina insieme o non si cammina affatto; la famiglia è il luogo in cui si impara la cura dell’altro, non solo in una dinamica coniugale o tra genitori e figli, ma anche 

dei figli verso i genitori e tra i figli stessi ed è il luogo in cui questa cura diventa stile. 

E’ quindi luogo e tempo di attesa, del fare spazio all’altro e del rispetto dei suoi tempi. 

La famiglia è il luogo della complementarietà, tanto nei processi decisionali quanto in 

quelli educativi. E’ la culla della fede, in cui, per imitazione e per attrazione, ciascuno 

impara a relazionarsi con Dio Padre. Ma è anche il luogo della progettualità condivisa; 

è luogo in cui si accompagnano i passaggi più delicati dell’esistenza.. La famiglia è il 

luogo in cui si sperimenta la ricchezza dell’intergenerazionalità e luogo in cui i progetti 

prendono forma. E’ il luogo del servizio, del sentire con l’altro per andare verso l’altro. 

Certamente affinchè l’esperienza dell’amore nelle famiglie possa continuare ad essere 

fonte perenne di forza per la vita della Chiesa (cfr.AL n.290) è necessario che tutta la 

grande famiglia ecclesiale, approfittando del cammino sinodale in atto, possa mettere 

in atto nuovi percorsi attraverso cui avere cura delle famiglie per accompagnarle in 

maniera permanente e più efficace a vivere l’esperienza matrimoniale e familiare in 

una prospettiva vocazionale ed ecclesiale. Se ripiegata su se stessa, la famiglia rischia 

di impoverire la sua forza di relazione e di ascolto, mentre allargare lo sguardo sui 

bisogni e le preoccupazioni del mondo al di fuori del proprio recinto è occasione in cui 

si rinnova il senso del proprio essere marito, moglie, padre, madre, figlio, figlia, 

fratello, sorella.

Per un “camminare insieme” alle famiglie:

1. Discernere come lo Spirito chiami le famiglie, e non solo i singoli, ad essere 

veicolo di fraternità nel cammino sinodale. 

2. Vivere un processo ecclesiale partecipato e inclusivo, che offra agli sposi e alle 

famiglie l’opportunità di esprimersi e di essere ascoltate. 

3. Riconoscere e valorizzare nell’azione pastorale la ricchezza e varietà dei doni 

delle famiglie, per il bene della comunità.

4. Sperimentare modi partecipativi per le famiglie di farsi presenti ed esercitare 

la loro responsabilità ecclesiale, provando a convertire pregiudizi e prassi 

inefficaci in modalità nuove, che prendano avvio anche dalle proposte delle 

famiglie.

5. Come possiamo considerare la casa come luogo aperto in cui condividere il 

nostro essere Chiesa? 

6. Rigenerare le relazioni tra famiglie con l’amicizia e la condivisione. 

7. Come condividere la propria esperienza anche con i divorziati risposati, i 

separati …senza giudizi ed esclusioni

APPUNTI PER CHI GUIDA IL GRUPPO da utilizzare sempre 

Conoscenza del gruppo (10 minuti) 

Presentazione del laboratorio (5 minuti)

 Finalità dell’incontro è riflettere e proporre delle buone pratiche da attuare

 Il metodo dovrà essere quello appreso nel cammino sinodale, cioè l’ascolto: si 

leggono le domande, si riflette, ciascuno al proprio turno condivide la riflessione 

mentre gli altri ascoltano solamente, senza intervenire, senza creare dibattiti.

 Chi guida il gruppo scrive appunti molto sintetici.

 L’obiettivo sarà quello di proporre, alla luce della riflessione, buone pratiche 

concrete da poter vivere nelle comunità (parrocchiale, diocesana).

Dedicare ora 60 minuti alla riflessione sulle domande e sugli esercizi proposti.




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