RELAZIONE FINALE DELLA DIOCESI ANAGNI-ALATRI 2024

 


I temi scelti per l'approfondimento della fase sapienziale sono scaturiti dall'analisi delle prime fasi in 

special modo dai cantieri di Betania e dalla fase narrativa da cui abbiamo ravvisato problematiche 

emergenti e ricorrenti in tutto il territorio diocesano:

 

SCARSO ESERCIZIO DELL'ASCOLTO DELLA PAROLA (LECTIO E LITURGIA EUCARISTICA POCO FREQUENTATE)

 FRAGILITÀ E SOLITUDINE DELLA FAMIGLIA (RAGAZZI, GIOVANI, MAMME PAPA', ANZIANI).

 LA DOTTRINA SOCIALE PRESSOCHÉ SCONOSCIUTA

 FORMAZIONE ASSAI CARENTE ANCHE PER GLI OPERATORI PASTORALI, (GLI EDUCATORI, I CATECHISTI, GLI ANIMATORI)

 INTELLIGENZA ARTIFICIALE QUESTA SCONOSCIUTA CHE ENTRERÀ PREPOTENTEMENTE NELLA NOSTRA VITA E CON CUI DOBBIAMO FARE I CONTI.

 NOTIAMO CHE IL CAMMINO SINODALE PARTITO CON NOTEVOLE ENTUSIASMO IN TANTE REALTÀ PARROCCHIALI E NON E’ ATTUALMENTE IN UNA FASE NON PIÙ PROPOSITIVA E DI STANCHEZZA.


Su suggerimento del nostro
Vescovo Mons. Ambrogio Spreafico, per approfondire le tematiche che abbiamo raccolto dai 

contributi arrivati da tutto il territorio diocesano, abbiamo predisposto delle schede mensili di 

approfondimento riguardanti le problematiche emerse nel cammino sinodale che alleghiamo. Le 

schede sono state inviate a tutte le parrocchie, alle comunità religiose, agli uffici diocesani, alle 

associazioni e movimenti ecclesiali, ai percorsi di preparazione al matrimonio, alle associazioni di 

volontariato, sperando di coinvolgere e stimolare tutti, nessuno escluso, alla costruzione di un “NOI” 

sempre più largo e inclusivo.

La prima scheda è scaturita dal “convegno diocesano” incentrato sulla “Dei Verbum”e ha riguardato 

“ La parola di Dio cuore della vita della Chiesa” 

 

ASCOLTO DELLA PAROLA: Tratto dai contributi pervenuti ”Riteniamo che la Parola di Dio sia il vero 

nutrimento dell’anima. Purtroppo è innegabile che molti Cristiani non prestino più molta attenzione 

ad essa. Alle celebrazioni partecipano sempre le stesse persone e molto spesso, al termine delle omelie, 

parlando con le persone molti non ricordano neanche i passi che sono stati letti. I momenti in cui ci 

sente più vicini a Gesù, sono quelli che si vivono nell'adorazione Eucaristica, nella Preghiera 

silenziosa, nei momenti di silenzio e pause di riflessione nel corso delle varie celebrazioni 

Eucaristiche.”

“Vorremmo vivere insieme momenti di ascolto e di approfondimento della Parola, affinché Lui 

diventi il centro della nostra vita.”

“E’ vero che l’esperienza cristiana è personale, ma allo stesso tempo è anche comunitaria, per crescere 

nella fede si ha bisogno anche di un “luogo” di riferimento dove approfondire la relazioni con Dio e 

con la sua Parola. D’altra parte anche Gesù non era solo, ma con una piccola comunità, i dodici 

apostoli.”

“E’ innegabile che molti cristiani non prestino più molta attenzione alla Parola di Dio, in pubblico 

sono reticenti a manifestare la propria fede ma in privato si mostrano interessati ai contenuti della 

Bibbia e del Vangelo. Sono condizionati dal giudizio altrui”

“Oggi c’è bisogno di vedere la fede in azione, fatta da testimoni capaci di mostrare che, alla luce della 

Parola la vita cambia”

Buone pratiche:

 Incontri diocesani con il Vescovo

 Lectio divine settimanali

 Incontri di preghiera unitari

 Incontri di preghiera specifici per i giovani 

 Incontri per genitori – bambini, preparazione ai sacramenti

 Settimana della Parola

 Adorazione Eucaristica

 Rosario meditato

 Ritiri Spirituali

 Centri di ascolto per piccoli gruppi nelle famiglie

 Campi estivi diocesani

FAMIGLIA (Ragazzi-Giovani-Anziani): “Il cammino sinodale non ci chiede di riflettere solo sui 

bisogni e le esigenze delle famiglie, ma sul contributo che la famiglia in sé può dare al cammino 

sinodale della Chiesa, come soggetto pastorale". La famiglia oltre ad essere specchio di sinodalità è 

anche luogo e strumento privilegiato di annuncio. La famiglia, infatti è, o almeno aspira ad essere, il 

luogo in cui si cammina insieme o non si cammina affatto; la famiglia è il luogo in cui si impara la 

cura dell’altro, non solo in una dinamica coniugale o tra genitori e figli, ma anche dei figli verso i 

genitori e tra i figli stessi ed è il luogo in cui questa cura diventa stile. E’ quindi luogo e tempo di 

attesa, del fare spazio all'altro e del rispetto dei suoi tempi. La famiglia è il luogo della 

complementarietà, tanto nei processi decisionali quanto in quelli educativi. E’ la culla della fede, in 

cui, per imitazione e per attrazione, ciascuno impara a relazionarsi con Dio Padre. Ma è anche il luogo 

della progettualità condivisa; è luogo in cui si accompagnano i passaggi più delicati dell’esistenza. 

La famiglia è il luogo in cui si sperimenta la ricchezza dell’inter-generazionale luogo in cui i progetti 

prendono forma. E’ il luogo del servizio, del sentire con l’altro per andare verso l’altro. E’ necessario 

che tutta la grande famiglia ecclesiale, approfittando del cammino sinodale, possa mettere in atto 

nuovi percorsi attraverso cui avere cura delle famiglie, per accompagnarle in maniera permanente e 

più efficace a vivere l’esperienza matrimoniale e familiare.

Buone Pratiche

 Percorsi per le giovani famiglie.

 Percorsi per i fidanzati 

 Percorsi pre-battesimali

 Cura delle varie stagioni della vita

I GIOVANI: Una delle problematiche emergenti che abbiamo ravvisato sul territorio diocesano è 

quella che riguarda i giovani, come coordinatori abbiamo inviato schede per affrontare la tematica e 

discuterla con i soggetti stessi.

Ricordando le parole del professor Vittorino Andreoli, il quale ritiene che la società attuale si trovi di 

fronte a forme di “regressione tribale”, ci siamo resi conto che effettivamente occorre praticare 

momenti di riflessione condivisa per raggiungere l'obiettivo di delineare alcune forme di relazioni 

violente nelle loro caratteristiche e modalità di funzionamento per aiutare le famiglie nel difficile 

compito educativo.

In tutti questi casi ci troviamo di fronte a forme di “disabilità relazionali” che producono effetti a 

danno delle vittime sul piano fisico, psicologico, emotivo e sociale.

È necessario educare il cuore attraverso una educazione affettivo-relazionale per sviluppare 

l’INTELLIGENZA EMOTIVA, che comporta sia competenze personali (consapevolezza di sé, 

padronanza di sé e motivazione), sia competenze sociali (empatia e capacità relazionali).

È necessario rifondare alleanze educative per promuovere la cultura del rispetto e delle solidarietà, 

attraverso maggiore integrazione sul territorio delle varie agenzie educative: le famiglie, la scuola, le 

parrocchie, le associazioni, i gruppi etc.

Ognuno di noi è chiamato a contribuire con le proprie competenze, i propri valori, soprattutto 

dedicando del proprio tempo.

Progettare e salvaguardare spazi dedicati al tempo libero dei ragazzi ove praticare l'ascolto ed avviare 

processi all’interno di una rete territoriale da creare o da sostenere.

“La chiave per raggiungere un alto quoziente intellettivo è l'armonia sociale” afferma Daniel Goleman, 

ed è su questo che deve puntare la chiesa, la comunità tutta per superare le brutture e le incongruenze 

di questa società violenta ed egoista.

Sottolineiamo il fatto che i ragazzi si trovano in un periodo di grandi trasformazioni e, abituati a stare 

sulla rete e sui social, sono poco abituati a confrontarsi, ma chiedono comunque di essere ascoltati.

Dalla lettera del Santo Padre Papa Francesco ai giovani: “Un mondo migliore si costruisce anche 

grazie a voi, alla vostra voglia di cambiamento e alla vostra generosità. Non abbiate paura di ascoltare 

lo Spirito che vi suggerisce scelte audaci, non indugiate quando la coscienza vi chiede di rischiare per 

seguire il Maestro. Pure la Chiesa desidera mettersi in ascolto della vostra voce, della vostra sensibi￾lità, della vostra fede; perfino dei vostri dubbi e delle vostre critiche. Fate sentire il vostro grido, 

lasciatelo risuonare nelle comunità e fatelo giungere ai pastori”.

“È vero che ci sono degli ostacoli che rendono ardue le scelte, l’amore, però, chiede di andare oltre. 

L’amore spinge a passare dai PERCHÉ’ al PER CHI, dal PERCHE’ vivo al PER CHI vivo, dal 

PERCHE’ mi capita questo al PER CHI posso fare del bene. Per chi? Non solo per me: la vita è già 

piena di scelte che facciamo per noi stessi e rischiamo di passare anni a pensare a noi stessi senza 

cominciare ad amare.”

Si potrebbero trovare soluzioni approfondendo l’enciclica “Amoris laetitia” “La gioia dell’amore” in 

cui papa Francesco afferma che è meglio iniziare dei processi piuttosto che occupare degli spazi, in 

quanto lo spazio è immediato, lo occupi, ma iniziare dei processi è più complesso. Questo momento 

di riflessione può diventare un inizio di un processo che può a sua volta produrre dei cambiamenti.

Occorre abituare i giovani a prendersi cura delle persone: gli anziani, i nonni che si trovano nella loro 

famiglia e comunque negli ambienti e nei territori in cui vivono, degli esclusi e degli emarginati, degli 

sfruttati e dei poveri, del pianeta stesso che soffre per l'incuria dell'uomo.

Punto fondamentale è il connubio tra cura e vita che comporta un processo di corresponsabilità.

Siamo capaci di creare un contesto “generativo”, in cui le persone, i giovani si sentano liberi di 

raccontarsi, di offrire i propri talenti e partecipare attivamente alla conversione pastorale delle nostre 

comunità e alla loro maturazione missionaria? Sono necessari adulti, capaci di valorizzare la presenza, 

la vocazione, la responsabilità, la missione di ciascuno come dono per tutti al fine di far crescere la 

comunità cristiana nella comunione, nella missione e nella predicazione del Vangelo ad ogni creatura. 

Adulti che, con passione e spirito intraprendenti nell’esercitare la corresponsabilità laicale, 

favoriscano confronto e dialogo, evitando isolamento e clericalismo, camminando sulle orme del 

Signore Gesù, in compagnia di tutti i discepoli-missionari.

Spesso i giovani sono portatori di sensibilità e fragilità, in parte anche scaturite dal periodo Covid. 

Capita che i ragazzi non abbiano consapevolezza di quello che fanno e non sono in grado di valutare 

le conseguenze dei loro gesti. È fondamentale ascoltarli, educarli al rispetto dei ruoli, delle regole e 

delle gerarchie. Cercare insieme a loro interessi e passioni, per esempio verso lo sport, la musica, la 

lettura, l'arte in genere, la solidarietà etc, potendo disporre di ambienti consoni. Inoltre, è importante 

renderli protagonisti e collaborare insieme nel creare opportunità utili alla loro crescita: è necessario 

dunque costruire una vera comunità educante.

Buone pratiche:

 Oratorio aperto e organizzato

 Campi estivi diocesani 

 Grest

 Convegni a tema

 Incontri con esperti

 Apertura degli sportelli nelle scuole per le famiglie con ragazzi problematici

 Visite presso musei, monumenti d’arte per scoprire che “la bellezza salverà il mondo”

 Visita presso le famiglie con anziani o malati

 Aiuto per i compiti

 Giornate da vivere insieme con genitori-nonni e figli con giochi, momenti di riflessione, 

preghiera e confronto

Formazione della coscienza all’impegno sociale e politico dei cristiani

Prima di progettare la scheda sulla formazione della coscienza politica e sociale ci siamo chiesti verso 

quali ambiti vitali allargare il raggio del nostro ascolto? Quali persone si intendessero principalmente 

coinvolgere: Giovani ed adulti, collaborando per un cammino comune con tutte le associazioni, 

movimenti ecclesiali e uffici pastorali diocesani presenti nella nostra Diocesi. Riteniamo infatti che 

sia una precisa e inderogabile responsabilità pastorale della comunità ecclesiale individuare e 

predisporre luoghi, strumenti, servizi, finalizzati a tale formazione. Questa è una proposta arrivata 

dall'Azione Cattolica Diocesana e che vuole essere condivisione e collaborazione per un cammino 

comune con tutte le associazioni e movimenti ecclesiali della nostra Diocesi. Insieme si cresce meglio 

dando una bella testimonianza di comunità diocesana in cammino e con azioni concrete da realizzare.

Una formazione per far crescere nella vita di ogni credente la presenza di Gesù, che dà forma alla 

nostra esperienza di fede, di cittadini, di laici nella famiglia, nel luogo di lavoro nel tempo libero e in 

ogni altro ambito. In sostanza far crescere nelle persone la forma che Gesù dà alla nostra vita. C’è 

necessità di credenti che si mettono a servizio del proprio tempo, della realtà in cui sono immersi, 

delle persone con cui entrano in relazione, e dentro la quotidianità sperimentano la presenza del Si￾gnore che ci accompagna, condividendo con chiunque la gioia di questa presenza. condivisione, di 

solidarietà, di vicinanza. Laici che sentono in maniera forte la responsabilità verso se stessi, verso il 

creato, verso la città, e vivono in maniera intensa il senso di ecclesialità come corresponsabilità per 

la missione evangelizzatrice della Chiesa, convinti che questa corresponsabilità non possa che passare 

attraverso un’autentica sinodalità,

Sensibilizzare le coscienze sui temi di interesse sociale e politico, formare le conoscenze e 

competenze sociopolitiche al fine di incentivare e promuovere una maggiore cittadinanza attiva. 

Creare quindi dei “luoghi di cultura” che aiutino a creare occasioni di riflessione e discernimento 

comunitario sui mutamenti che attraversano la vita della società. Obiettivo è di aiutare la comunità 

cristiana e non, ad aprirsi ai problemi del territorio anche attraverso opportune iniziative di 

testimonianza e di servizio, cercando di fornire strumenti qualificanti e aggiuntivi ai cammini di 

formazione di giovani e adulti. L’attenzione è rivolta anche all’esterno cercando di suggerire iniziative 

e proposte che creino confronto e capacità di dialogo, in particolare, inseguendo collaborazioni con 

altre gruppi ecclesiali sui temi di attualità. 

L’idea sottesa a questo percorso informativo – formativo, è quella di stimolare tutti ad una riflessione 

sul pensiero dell’uomo visto da varie angolature: quella del mondo, quella di Cristo e della dottrina 

sociale.

Buone pratiche:

 Convegno sull’Intelligenza artificiale, prospettive e sfide etiche 

 Percorso informativo-formativo sulla Dottrina Sociale della Chiesa

 Approfondimento dei documenti del Magistero 

Conclusioni

Come i discepoli di Emmaus: “Egli entrò per rimanere con loro” (Lc 24, 29 ) 

Attraverso la lettura dei segni dei tempi, in un discernimento da fare insieme, sarà compito di 

tutta la Chiesa Diocesana, approfondire e mettere in circolo carismi e competenze di ciascuno 

perché sia patrimonio da condividere e mettere a servizio. 

Sfide per il futuro:

 Non eliminare il processo, perché non si vedono realizzati risultati visibili nel breve periodo 

 Ridurre a un'esperienza per pochi, ‘un parlatorio’, che non rende un servizio alla Chiesa, ma 

solo a chi compone quel gruppo

 Non sprecare un’opportunità, perché non la si sostiene o la si ostacola per paura, avendo 

insieme il coraggio di non avere un atteggiamento pregiudizievole nei confronti di chi fatica 

a coglierla (soprattutto dentro la Chiesa) 

 Non deludere e disilludersi 

 Vedere la relazione con il territorio non come unidirezionale ma complementare. 

 Realizzare la sinodalità in parrocchia (come popolo di Dio) e trasformare lo scetticismo in 

qualcosa di positivo, realizzando qualche cambiamento reale. 

 Sarebbe infine auspicabile che diventasse prassi consueta la progettazione pastorale 

attraverso il discernimento spirituale e la verifica periodica dei passi compiuti

 Far crescere l’uso della Conversazione spirituale come metodo di discernimento 

comunitario, prospettiva che corrisponde alla priorità emersa costantemente dall’ascolto.

I Referenti Diocesani per il Sinodo: Ennio Latini e Concetta Coppotelli 30 Aprile 2024

Commenti

Post più popolari