IL CANTIERE DELLE DIACONIE E DELLA FORMAZIONE SPIRITUALE
• La parrocchia rende visibile la Chiesa, radicata in un luogo, che mette al suo centro la Parola di Dio, la grazia dei sacramenti e la carità. La parrocchia è espressione della Chiesa più grande animata da un’intenzionalità precisa: dare vita a un’assemblea santa, al popolo di Dio, alla famiglia del Signore Gesù. Il primo segno della parrocchia, quindi, è l’adunanza dei cristiani, radunati e convocati dal Signore Gesù, in un luogo che rappresenta e raccoglie l’intera comunità.
• C’è parrocchia quando le persone leggono e interpretano la propria vita a partire dalla Parola di Dio, ricevuta assieme con assiduità, favorendo anche scelte condivise.
• La cura delle relazioni all’interno della parrocchia, tessendo e cucendo i fili dell’ospitalità reciproca, del dialogo, della fraternità. La capacità di innescare
processi di cambiamento e di conversione che portano al perdono reciproco e alla capacità di attuare una reale vita comunitaria.
• La capacità di dischiudere a tutti la bellezza del Vangelo, spezzandolo per la propria comunità e offrendo i sacramenti, doni che costituiscono la comunità cristiana.
• La capacità di costruire Chiesa con le parrocchie vicine, rese omogenee da uno stesso territorio, evitando l’autosufficienza e l‘isolamento della singola parrocchia.
• La comunione con il Vescovo e con la Chiesa diocesana, perché non agisce in autonomia, ma la sua forza viene dalla condivisione di uno stile e degli orientamenti di tutta la Diocesi.
• Le proposte parrocchiali hanno bisogno di qualità. Non è più il tempo di proposte semplificate e banali. Le premesse già ricordate ci spingono a un annuncio non scontato e banale, pena l’insignificanza e l’irrilevanza.
La centralità della parrocchia, da sempre casa tra le case, luogo vicino alle persone, nell’ordinario della loro vita. La parrocchia permette di iscrivere il Vangelo nella grammatica dell’umano, un umano ascoltato, conosciuto, apprezzato, proprio nella dinamica di relazioni frequenti, puntuali e costanti.
• La vita parrocchiale va essenzializzata, difficilmente le parrocchie di domani riusciranno ad affrontare tutto il carico di incombenze gestite finora, alcune delle quali non sempre inerenti l’annuncio del Vangelo. Si tratta di andare a ciò che ci contraddistingue e che avvertiamo decisivo. Tutti i materiali raccolti possono essere inviati al seguente indirizzo: camminosinodaleanagni.alatri@gmail.com Sito diocesano per il sinodo: https://camminosinodaleanagnialatri.blogspot.com/
SCHEDA 1 per l’ascolto:
“Il cantiere delle diaconie e della formazione spirituale”
“Chiediamo allo Spirito Santo di agire in noi perché, sia personalmente che comunitariamente, possiamo acquisire l'habitus mentale del discernimento. Chiediamogli di saper vedere l'unità della storia della salvezza attraverso i segni del passaggio di Dio in questo nostro tempo e sui volti di chi ci è accanto, perché impariamo che il tempo e i volti umani sono messaggeri del Dio vivente”( papa Francesco)
INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
Siamo davanti a Te, Spirito Santo, mentre ci riuniamo nel Tuo nome.
Con Te solo a guidarci, vieni e prendi casa nei nostri cuori; insegnaci la via da seguire e come dobbiamo percorrerla.
Siamo deboli e peccatori, non lasciare che promuoviamo il disordine.
Non lasciare che l’ignoranza ci porti sulla strada sbagliata né che la parzialità influenzi le nostre azioni.
Fa’ che troviamo in Te la nostra unità affinché possiamo camminare insieme verso la vita eterna e non ci allontaniamo dalla via della verità e da ciò che è giusto.
Tutto questo chiediamo a te, che sei all’opera in ogni luogo e in ogni tempo, nella comunione del Padre e del Figlio, nei secoli dei secoli. Amen
“Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma il Signore le rispose: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta” (Lc 1,38-42).
La crescita di una persona si specifica nel servizio, purché in lui/lei ci siano le condizioni indispensabili per potere servire. Ha bisogno di “aiuto”. Nello stato di debolezza e di incapacità in cui si trova Marta, ella invoca e supplica paradossalmente l’aiuto della sorella. Paradossalmente perché quello di cui ella ha realmente bisogno glielo può dare solo Maria, anche se nella direzione che lei non si aspetta. Infatti non si tratta di dare una mano ad apparecchiare/sparecchiare, ma è ciò che si riceve dal mettersi a completa disposizione del Signore. Questi, a chi lo supplica, dona in abbondanza lo Spirito che “viene in aiuto alla debolezza”. Marta potrà ottenere, come già aveva fatto Maria, l’aiuto, riconoscendo la sua incapacità ad agire da sé con la sua ardente, insistente e accorata supplica, arrendendosi così al dono di Gesù che è lo Spirito. - Marta è presa dai molti servizi (v.40) - Marta è lasciata sola a servire (v.41) - Marta è preoccupata e agitata da molte cose (v.42) L’atteggiamento “deficiente” di Marta è in riferimento alla parola con cui si identifica il Cristo: diaconein, il servizio. Gesù è venuto al mondo non per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto. Il suo servizio non consiste in un insieme di cose da fare, al tempo stesso difficili da attuare, risolvibili con una organizzazione e pianificazione efficiente. La diaconia di Gesù è il dono della sua vita. Egli non fa pesare la sua responsabilità sugli altri chiedendo collaborazione. Solo Lui e nessun altro può dare la vita in riscatto per le moltitudini. Cfr.1Cor13,3 E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. Gesù non è un eroe o un martire, nel senso che noi diamo a questa parola Solo Lui è in grado di dare la vita come prezzo di riscatto perché egli è il Figlio prediletto del Padre. Egli è l’Amore che si è fatto visibile. Marta non ce la fa a riconoscere questo perché è troppo preoccupata per se stessa. Per fortuna che l’incontro con Gesù, l’Amore che si dona, fa scattare in lei la confessione della propria incapacità a lasciarsi amare e a servire autenticamente. Come fa Marta a “comprendere” che il vero e unico diacono è Gesù? Ha lasciato aperta la possibilità che qualcuno o qualcosa le venisse in aiuto. Da parte sua c’è solo il primo movimento: Accolse Gesù in casa sua. Maria, la sorella, può essere una seconda possibilità affinché Marta diventi nuova creatura. L’ascolto della Parola è il momento generativo (Lc.11,28): Chi è mia madre, fratello, sorella… Chi ascolta la mia parola Gv.1,12: A coloro che hanno creduto ha dato il potere di diventare figli… • Quali sono i servizi e i ministeri che maggiormente rispondono alla vocazione della Chiesa che è l'evangelizzazione? • Quali ministeri si potrebbero promuovere nella nostra comunità cristiana? • Come si possono scoprire i differenti carismi presenti all’interno del Popolo di Dio?
Preghiera finale
“Spirito di Dio, che all’inizio della creazione ti libravi sugli abissi dell’universo, scendi ancora sulla terra, permea tutte le cose, e possiedine il cuore. Restituiscici alla gioia dei primordi. Riversati senza misura su tutte le nostre afflizioni.
Librati ancora sul nostro vecchio mondo in pericolo.
E il deserto, finalmente, ridiventerà giardino, e nel giardino
fiorirà l’albero della giustizia, e frutto della giustizia sarà la pace.
Spirito Santo, che riempivi di luce i profeti e accendevi parole di fuoco sulla
loro bocca, torna a parlarci con accenti di speranza.
Frantuma la corazza della nostra assuefazione. Scuotici dall’omertà. Liberaci dalla tristezza di non saperci più indignare per i soprusi.
Spirito del Risorto, ridestaci all’antico mandato dei profeti.
Introduci nelle nostre vene il rigetto per ogni compromesso.
Trattienici dalle ambiguità.
Poni il tuo marchio e il tuo sigillo sulle nostre testimonianze.
E facci aborrire le parole, quando esse non trovano puntuale verifica nei fatti. Spalanca i cancelletti dei nostri cenacoli.
Aiutaci a vedere i riverberi delle tue fiamme nei processi di purificazione che avvengono in tutti gli angoli della terra e in ogni uomo e donna di buona volontà facci scorgere le orme del tuo passaggio.
Spirito di Dio, fa della tua Chiesa un roveto che arde di amore per gli ultimi. Alimentane il fuoco col tuo olio. Dona alla tua Chiesa tenerezza e coraggio. Lacrime e sorrisi. Rendila spiaggia dolcissima per chi è solo e triste e povero. Ungi teneramente le membra di questa Chiesa, sposa di
Cristo con le fragranze del tuo profumo e con l’olio di letizia.
E poi introducila all’incontro con Lui, il Crocifisso Risorto.”
SCHEDA 2 per l’ascolto:
“Il cantiere delle diaconie e della formazione spirituale” 10. Cristo Signore, pontefice assunto di mezzo agli uomini (cfr. Eb 5,1-5), fece del nuovo popolo «un regno e sacerdoti per il Dio e il Padre suo» (Ap 1,6; cfr. 5,9-10). Infatti per la rigenerazione e l'unzione dello Spirito Santo i battezzati vengono consacrati per formare un tempio spirituale e un sacerdozio santo, per offrire, mediante tutte le attività del cristiano, spirituali sacrifici, e far conoscere i prodigi di colui, che dalle tenebre li chiamò all'ammirabile sua luce (cfr. 1 Pt 2,4-10). Tutti quindi i discepoli di Cristo, perseverando nella preghiera e lodando insieme Dio (cfr. At 2,42-47), offrano se stessi come vittima viva, santa, gradevole a Dio (cfr. Rm 12,1), rendano dovunque testimonianza di Cristo e, a chi la richieda, rendano ragione della speranza che è in essi di una vita eterna (cfr. 1 Pt 3,15) Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l'uno all'altro, poiché l'uno e l'altro, ognuno a suo proprio modo, partecipano dell'unico sacerdozio di Cristo [16]. Il sacerdote ministeriale, con la potestà sacra di cui è investito, forma e regge il popolo sacerdotale, compie il sacrificio eucaristico nel ruolo di Cristo e lo offre a Dio a nome di tutto il popolo; i fedeli, in virtù del loro regale sacerdozio, concorrono all'offerta dell'Eucaristia [17], ed esercitano il loro sacerdozio col ricevere i sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l'abnegazione e la carità operosa. (Lumen Gentium)
“Chiediamo allo Spirito Santo di agire in noi perché, sia personalmente che comunitariamente, possiamo acquisire l'habitus mentale del discernimento. Chiediamogli di saper vedere l'unità della storia della salvezza attraverso i segni del passaggio di Dio in questo nostro tempo e sui volti di chi ci è accanto, perché impariamo che il tempo e i volti umani sono messaggeri del Dio vivente”( papa Francesco)
INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
Siamo davanti a Te, Spirito Santo, mentre ci riuniamo nel Tuo nome.
Con Te solo a guidarci, vieni e prendi casa nei nostri cuori; insegnaci la via da seguire e come dobbiamo percorrerla.
Siamo deboli e peccatori, non lasciare che promuoviamo il disordine.
Non lasciare che l’ignoranza ci porti sulla strada sbagliata né che la parzialità influenzi le nostre azioni.
Fa’ che troviamo in Te la nostra unità
affinché possiamo camminare insieme verso la vita eterna e non ci allontaniamo dalla via della verità e da ciò che è giusto.
Tutto questo chiediamo a te, che sei all’opera in ogni luogo e in ogni tempo, nella comunione del Padre e del Figlio, nei secoli dei secoli. Amen
"Amiamo la Chiesa. Amiamola anche nei suoi limiti e con i suoi difetti. Non certo per ragione dei limiti e dei difetti, e forse anche delle sue colpe; ma perché solo amandola potremo guarirla e far risplendere la sua bellezza di Sposa di Cristo. È la Chiesa che salverà il mondo, la Chiesa che è la stessa oggi come lo era ieri, come lo sarà domani; ma che trova sempre, guidata dallo Spirito e con la collaborazione di tutti i suoi figli, la forza di rinnovarsi, di ringiovanire, di dare una risposta nuova ai bisogni sempre nuovi" (Insegnamenti di Paolo VI, 1968, 316). Soltanto una reale conversione alla sinodalità può far nascere un nuovo volto di Chiesa, quello del Vaticano II. Il volto comunionale che chiede di essere realizzato attraverso il principio della diversità nell’unità, e cioè attraverso i criteri della compresenza, della complementarietà e della corresponsabilità. La strada per fare della Chiesa una casa e una scuola di comunione passa prima di tutto attraverso la partecipazione responsabile dei laici alla sua vita e alla sua missione, perché, senza la loro corresponsabilità, non nasce un modello di Chiesa realmente “nuovo” (Dalla sintesi diocesana)
«La Chiesa dovrà iniziare i suoi membri – sacerdoti, religiosi e laici – a questa “arte dell’accompagnamento”, perché tutti imparino sempre a togliersi i sandali davanti alla terra sacra dell’altro. Dobbiamo dare al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione ma che nel medesimo tempo sani, liberi e incoraggi a maturare nella vita cristiana» (EG 169).
• Come si possono far emergere i talenti dei membri della comunità • Quali criteri applicare per la scelta delle persone? • Come coinvolgere e responsabilizzare maggiormente le figure femminili all’interno della nostra comunità?
Preghiera finale
“Spirito di Dio, che all’inizio della creazione ti libravi sugli abissi dell’universo, scendi ancora sulla terra, permea tutte le cose, e possiedine il cuore. Restituiscici alla gioia dei primordi. Riversati senza misura su tutte le nostre afflizioni.
Librati ancora sul nostro vecchio mondo in pericolo.
E il deserto, finalmente, ridiventerà giardino, e nel giardino
fiorirà l’albero della giustizia, e frutto della giustizia sarà la pace.
Spirito Santo, che riempivi di luce i profeti e accendevi parole di fuoco sulla
loro bocca, torna a parlarci con accenti di speranza.
Frantuma la corazza della nostra assuefazione. Scuotici dall’omertà. Liberaci dalla tristezza di non saperci più indignare per i soprusi.
Spirito del Risorto, ridestaci all’antico mandato dei profeti.
Introduci nelle nostre vene il rigetto per ogni compromesso.
Trattienici dalle ambiguità.
Poni il tuo marchio e il tuo sigillo sulle nostre testimonianze.
E facci aborrire le parole, quando esse non trovano puntuale verifica nei fatti. Spalanca i cancelletti dei nostri cenacoli.
Aiutaci a vedere i riverberi delle tue fiamme nei processi di purificazione che avvengono in tutti gli angoli della terra e in ogni uomo e donna di buona volontà facci scorgere le orme del tuo passaggio.
Spirito di Dio, fa della tua Chiesa un roveto che arde di amore per gli ultimi. Alimentane il fuoco col tuo olio. Dona alla tua Chiesa tenerezza e coraggio. Lacrime e sorrisi. Rendila spiaggia dolcissima per chi è solo e triste e povero. Ungi teneramente le membra di questa Chiesa, sposa di
Cristo con le fragranze del tuo profumo e con l’olio di letizia.
E poi introducila all’incontro con Lui, il Crocifisso Risorto.”
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