SINTESI DEL 2° ANNO DI CAMMINO SINODALE
Sintesi 2° anno del cammino sinodale 2022-2023 Diocesi Anagni-Alatri “Abbiamo bisogno di metterci in ascolto dello Spirito insieme a tutto il Popolo di Dio, così da rinnovare la nostra fede e trovare vie e linguaggi nuovi per condividere il Vangelo con i nostri fratelli e le nostre sorelle. Il processo sinodale che Papa Francesco ci propone ha proprio questo obiettivo: metterci in cammino, insieme, nell’ascolto reciproco, nella condivisione di idee e progetti, per far vedere il vero volto della Chiesa: una “casa” ospitale, dalle porte aperte, abitata dal Signore e animata da rapporti fraterni. Adoperarci perché il cammino si contraddistingua per il reciproco ascolto e la vicendevole accoglienza. Sono molte, infatti, le iniziative e le potenzialità nelle nostre comunità. Papa Francesco, nell’ Evangelii gaudium, ci ha consegnato il sogno di una Chiesa che non teme di sporcarsi le mani coinvolgendosi nelle ferite dell’umanità, una Chiesa che cammina in ascolto e al servizio dei poveri e delle periferie. Questo dinamismo “in uscita” incontro ai fratelli, con la bussola della Parola e il fuoco della carità, realizza il grande progetto originario del Padre: «tutti siano una cosa sola» (Gv 17, 21). Più che invitarvi a moltiplicare le attività, vorremmo incoraggiarvi a guardare le vostre comunità con quello sguardo contemplativo di cui ci parla Papa Francesco nell’Evangelii gaudium (n. 71) in modo da scoprire i tanti esempi di partecipazione e di condivisione che stanno già germogliando nelle vostre comunità. L’attuale fase diocesana del processo sinodale si propone infatti di «raccogliere la ricchezza delle esperienze di sinodalità vissuta» (Doc. prep., 31). Siamo certi che ce ne sono molte di più di quelle che può sembrare a prima vista, magari anche informali e spontanee. Ovunque ci si ascolta profondamente, si impara l’uno dall’altro, si valorizzano i doni degli altri, ci si aiuta e si prendono le decisioni insieme, c’è già sinodalità in atto. Tutto questo va preso in rilievo e apprezzato, in modo da sviluppare sempre più quello stile sinodale che è «lo specifico modus vivendi et operandi della Chiesa Popolo di Dio» (Doc. prep. 10). (Lettera ai sacerdoti per la partecipazione al processo sinodale 19 Marzo 2022) «Allarga lo spazio della tua tenda, stendi i teli della tua dimora senza risparmio, allunga le cordicelle, rinforza i tuoi paletti» (Is 54,2). 26. Il secondo anno del cammino sinodale muove i passi attraverso “I Cantieri di Betania” a partire dall'incontro di Gesù con Marta e Maria nella casa di Betania. La Chiesa e le parrocchie devono diventare come “case di Betania” aperte a tutti. Siamo partiti dalle necessità, bisogni, urgenze, domande, emerse nel 1° anno del cammino sinodale, alle quali bisognava dare risposta e di cui elenchiamo una sintesi:Operatori Pastorali Responsabili, Accoglienti, Aperti. Farsi portavoce dei problemi della Comunità, rapportandosi con le Amministrazioni Locali.- Associazioni, Gruppi, Movimenti autoreferenziali non in sintonia con la
Parrocchia- Valorizzare i Laici dando loro voce attiva nelle varie questioni- Esercitare la capacità di ascolto verso: famiglie, giovani, altre religioni- Chiesa non solo per pochi eletti, ma casa di tutti. Curare la formazione dei laici attraverso lectio, momenti di formazione, Liturgie più preparate e coinvolgenti e sacerdoti più disponibili all’ascolto- Uffici Diocesani più collaborativi e aperti nella diffusione delle varie iniziative e favorire la crescita delle Caritas Parrocchiali- Sacerdoti più uniti per convergere in obiettivi comuni, seppur nel rispetto delle esigenze delle singole parrocchie- Creare nelle parrocchie, i Consigli Pastorali, i Consigli degli affari Economici o dove esistono, renderli più funzionali, corresponsabili, coinvolgenti- Utilizzare il metodo del dialogo, dell'ascolto, del confronto e della condivisione- Non trascurare la formazione politica- Non giudicare situazioni, comportamenti, atteggiamenti di persone e/o gruppi. Sogno Missionario: “Arrivate a tutti” sognando di avere l’audacia di operare scelte coraggiose! Mentre erano in cammino…(Luca10,38) questo è il punto di partenza e dopo opportuno discernimento, abbiamo considerato che ogni Cantiere mette insieme risorse e forze, prospettive e situazioni concrete, desideri e speranze ed era bene prenderli in considerazione tutti e tre, abbiamo pensato di aggiungerne un quarto dedicato ai giovani e un percorso di formazione per giovani e adulti. Sono stati elaborati dei moduli per ogni cantiere: Uno per accompagnare i moderatori e due moduli operativi per effettuare l’incontro attraverso il metodo della conversazione spirituale. Successivamente, sono stati contattati tutti i sacerdoti effettuando anche un incontro con il Vescovo e il consiglio pastorale diocesano presentando e consegnando i moduli realizzati. Spiegando che, tutto il materiale, si può adattare liberamente a ciascuna realtà ecclesiale. A seguire, sono stati contattati i referenti parrocchiali, tutte le associazioni, movimenti ecclesiali, uffici diocesani, tutte le comunità e congregazioni religiose maschile e femminile, il seminario ecc., sono stati presentati i cantieri ed è stato consegnato il materiale. Una fattiva collaborazione è arrivata da due comunità di clausura della nostra diocesi. In particolare, grazie all’aiuto delle Clarisse di Anagni, è stato realizzato anche il sito web dedicato al sinodo per la nostra diocesi, dove è possibile mettere in rete tutti i contributi pervenuti dalle realtà diocesane in modo che chiunque ne possa usufruire. Inoltre abbiamo chiesto alle Clarisse di Anagni e alle Carmelitane di Carpineto Romano di pregare su tutti i contributi pervenuti e dopo un attento discernimento, di inviare una piccola sintesi sui punti dove lo Spirito ha soffiato più forte, tale sintesi, è stata utilizzata per la redazione del documento finale. Il cantiere della strada e del villaggio: Lo scopo è far emergere l’esperienza di Chiesa vissuta da chi ne è lontano/esterno. È importante non enfatizzare l’opinione (cioè “cosa pensi?”) ma il vissuto (cioè “qual è la tua esperienza?”), stimolando l’introspezione di chi parla. L’esperienza riguarda sia il vissuto diretto, sia la comprensione del linguaggio utilizzato dalla Chiesa. Il cantiere dell’ospitalità e della casa:
Questo cantiere permette di far emergere la qualità delle relazioni all’interno delle nostre comunità, la loro conformità rispetto al Vangelo e il contributo alla edificazione di una reale comunità di fratelli e sorelle. Gli elementi su cui si fonda: l’Eucaristia, la Parola, la preghiera, l’accoglienza, la fraternità, il dialogo, la Parola e gli organismi di partecipazione ecclesiale. Il cantiere delle diaconie e della formazione spirituale: Questo cantiere ha il compito di far emergere la radice spirituale di ciascun servizio ecclesiale, riscoprire la ricchezza e la profondità delle ministerialità laicali, l’importanza dell’ingaggio e della valorizzazione dei talenti all’interno di una comunità. Il cantiere dei giovani: Il cantiere è una preziosa opportunità per mettersi in ascolto dei giovani, che richiedono attenzione su: progettualità, protagonismo, responsabilità e stimoli in ambito di fede. Destinatari i giovani e i luoghi dove vivono: la famiglia, la scuola, la parrocchia, la piazza e riflettere sui “luoghi” dove avvengono i processi di crescita umana e cristiana. Incontri unitari diocesani per la Formazione della coscienza all’impegno sociale e politico dei cristiani: “E’ una precisa e inderogabile responsabilità pastorale della comunità ecclesiale individuare e predisporre luoghi, strumenti, servizi, finalizzati alla formazione della coscienza sociale e politica dei cristiani “(CEI, Nota pastorale “La formazione all’impegno sociale e politico”, 14). Leggendo i vari contributi della diocesi Anagni-Alatri sul Sinodo relativi a questi primi due anni riguardanti la Narrazione, abbiamo potuto percepire un grande movimento sia positivo che negativo. Il positivo si trova in tutte le esperienze di fede, di comunità parrocchiali, di presenze religiose, di associazioni laicali, di gruppi giovanili. Il lato negativo si trova nell'istituzione, che essendo gerarchia piramidale è spesso distante dal popolo. Ma si è Chiesa insieme: vescovo, sacerdoti e popolo di Dio. La distanza che avvertono i giovani e i fedeli dal clero è reale, ma si è sacerdoti per suscitare e vivere insieme la fede, la speranza e la carità e soprattutto tenendo ben presente che “Nessuno va lasciato indietro, nessuno deve essere scartato: siamo tutti popolo di Dio”. In diocesi esistono diverse velocità, sia riguardanti i vari livelli ecclesiali sia all’interno delle stesse zone pastorali o vicarie. Ci sono diverse resistenze: scetticismo, stanchezza, ansia da prestazione, paura che non cambi nulla, difficoltà a percepire questo come un cammino e un processo di cambiamento piuttosto che un compito da svolgere. Per aprire la Chiesa agli altri e per riportare il messaggio dell’amore di Dio c’è bisogno di comunità, di riscoprire i valori fondamentali; si deve evitare che la Parrocchia sia una cerchia ristretta, ma sia sempre aperta a chi voglia inserirsi; bisogna avere cura degli anziani e dei giovani, prestare attenzione all’educazione dei ragazzi, quindi avere famiglie più coraggiose, attente all’essenziale. In ogni esperienza vissuta e riportata dai diversi ambiti di vita delle persone, l'ascolto è stato l'atteggiamento di fondo. Molto apprezzato il metodo sinodale della Conversazione Spirituale che ha permesso a tutti di esprimersi senza timore di essere giudicati superando la timidezza e al tempo stesso raccontando esigenze, aspirazioni, il proprio sogno di Chiesa. Sono state riportate lamentele, ma anche proposte coinvolgenti
seppur non originali, ma fondamentali per la vita del cristiano: più preghiera, più ascolto, più incontro, più accoglienza, più comprensione, più formazione, più Gesù. Il metodo della conversazione spirituale ha aiutato ciascuno a scoprire la ricchezza dell'altro: “lo Spirito soffia dove vuole”. Infatti proprio negli Atti degli Apostoli possiamo scorgere l'azione dello Spirito Santo anche fuori dai confini della Chiesa. La comunità stessa è estroversa, inviata dal Risorto alle genti: “riceverete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra” (At 1,8). L’energia della testimonianza/martyria non proviene dall’intimo dei discepoli, nemmeno di quelli più dotati e coerenti, ma dallo Spirito del Risorto: dalla Pentecoste in poi, è questa l’esperienza della Chiesa. Proprio gli Atti registrano l’azione dello Spirito anche fuori dei confini visibili della Chiesa: lo Spirito guida Pietro all’incontro con Cornelio (cf. At 10,20), dopo il quale l’Apostolo riscontra che “Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga” (At 10,34-35); e subito dopo “i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo” (At 10,45; cf. anche 11,15), i quali parlavano altre lingue e glorificavano Dio (cf. At 11,46) ma l’Apostolo conclude: “Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?” (At 10,47). Lo Spirito si conferma libero: normalmente scende nel battesimo, ma a volte viene conferito dopo il battesimo, con l’imposizione delle mani degli apostoli (cf. At 8,15-17; cf. anche 19,2-7, dove si esplicita che si trattava del “battesimo di Giovanni”) e altre volte, come in questo caso, scende prima del battesimo e induce gli apostoli a sancire la sua presenza con il rito. Lo Spirito, in altre parole, soffia davvero dove vuole e sembra quasi che a volte la Chiesa lo debba inseguire. Nella riunione di Gerusalemme, ricordata spesso come il primo Sinodo della Chiesa, è decisiva questa constatazione di Pietro circa i pagani: “Dio, che conosce i cuori, ha dato testimonianza in loro favore, concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; e non ha fatto alcuna discriminazione tra noi e loro, purificando i loro cuori con la fede” (At 15,8-9) (CEI-Assemblea - Introduzione ai gruppi sinodali, 23.05.2023). Lo Spirito soffia davvero anche su chi non frequenta la chiesa e le sue Celebrazioni, ma va alla ricerca di una comunità aperta, gioiosa, coinvolgente, accogliente e capace di tenerezza. Il cammino sinodale ha contribuito a tessere relazioni trasversali tra diverse realtà diocesane (uffici, parrocchie ma anche monasteri di clausura, periferie, scuole, presbiteri e gruppi laicali etc.). Avere i referenti in tutte le comunità ha favorito il camminare tutti nella stessa direzione e parlare un linguaggio comune, aumentando il senso di appartenenza alla Chiesa diocesana. Ha messo in rete la realtà diocesane facendo crescere la consapevolezza di una Chiesa più grande. E' stata la buona occasione per far creare o rinvigorire gli organismi di partecipazione ecclesiale all'insegna della collaborazione e della corresponsabilità. Un po' da tutti i contributi abbiamo rilevato che in ogni situazioni è stata posta l’attenzione sui giovani,
sugli anziani, sulle famiglie realtà ritenute le più bisognose di ascolto e di accoglienza. In diverse parrocchie adulti e giovani adulti, si dedicano alla formazione dei giovani per farli crescere anzitutto dal punto di vista relazionale e umano, quindi anche dal punto di vista dell'evangelizzazione, perché, nella maggior parte dei gruppi, si tratta di prima evangelizzazione. Si formano all'accoglienza dei più piccoli anche solo giocando e lavorando con loro in modo laboratoriale oppure nella realizzazione di un giornale cittadino, nell’aiutare la Caritas ecc. Sono giovani molto semplici, con scarse conoscenze della Parola e scarsa frequenza delle liturgie, ma che hanno il desiderio di impegnarsi verso i più piccoli e di donare loro del tempo. Le prime esperienze in cui vogliono cimentarsi è l'organizzazione dei Grest, di affiancamento al catechismo, gruppi ACR, accogliendo ragazzi/e nelle varie parrocchie e contesti diversi. La partecipazione ai campi scuola diocesani, week end spirituali, formativi, pellegrinaggi in luoghi significativi, le Veglie diocesane (Natale, Pentecoste) le giornate diocesane e mondiali della Gioventù con la Pastorale Giovanile/Vocazionale, le attività sportive. Con loro, gli educatori intavolano discorsi, riflessioni, dibattiti approfondimento di tematiche particolari. Dal loro ascolto si percepisce il bisogno e il desiderio di riempire il vuoto che hanno dentro. L'oratorio e la parrocchia sono i punti di incontro di questi giovani, che sanno di poter contare su giovani un po' più grandi di loro o adulti, che possono ascoltarli e aiutarli a crescere da tutti i punti di vista. Anche con la scuola e con gli insegnanti di religione si è attivata una collaborazione. Un altro punto di forza delle comunità è l'attenzione verso gli anziani soprattutto se malati. In alcune parrocchie, i giovani e i ragazzi, accompagnati da educatori e da adulti responsabili, si sono recati nelle case degli anziani per restare con loro un po' di tempo ascoltando le storie del loro passato e pregando nella semplicità ma con intensità e profonda fede. In alcune parrocchie, nel periodo di Quaresima i “Cantieri di Betania” si sono trasformati in “centri di ascolto”. Sono stati incontrati anziani, giovani, ragazzi, famiglie, persone di diversa età, cultura, formazione. Ognuno ha potuto esprimere la sua idea di Chiesa e ci si è convinti, come se ce ne fosse stato bisogno, che da qui ora occorre rimboccarsi le maniche e lavorare insieme per trasformare in esperienze concrete le parole e le richieste avanzate da ciascuno. La Chiesa che oggi non riesce a incrociare la vita delle persone deve rimodulare i linguaggi per portare l'annuncio del Vangelo e farsi portavoce della comunità di fronte alle situazioni difficili della vita. Il cambiamento oltre che essere colto istintivamente occorre progettarlo e finalizzarlo alla formazione umana e cristiana degli individui. Una bella proposta di un parroco potrebbe diventare un impegno di tutti, realizzare una grande missione popolare che possa coinvolgere tutte le zone del territorio diocesano. L'obiettivo è quello di “incarnarsi” nel territorio ed entrare empaticamente nelle case della gente, anche quella ritenuta lontana e “senza Dio”.Altro punto di focalizzazione fondamentale per la nostra diocesi è la Formazione della coscienza all’impegno sociale e politico dei cristiani. E' stato elaborato un progetto dall'AC diocesana che intende coinvolgere giovani ed adulti in un cammino
diocesano con tutte le associazioni, movimenti ecclesiali e uffici pastorali presenti in diocesi. Il progetto ipotizzato prevede: 1-la consultazione di alcuni documenti del Magistero per la formazione personale e comunitaria (Sacrosantum Concilium, Lumen Gentium, Gaudiun Et Spes, Dei Verbum, Apostolicam Actuositatem, Presbyterorum Ordinis,Perfectae Caritatis, Evangelii Gaudium) 2-Lo studio sul compendio della dottrina sociale della Chiesa per stimolare ad una riflessione sul pensiero dell'uomo visto da varie angolature: quella del mondo, quella di Cristo e della dottrina sociale 3-Rimodulare i linguaggi ecclesiali per apprenderne di nuovi. Non si può essere del mondo senza essere nel mondo, tutto ciò che l’uomo vive, come cristiani, ci interessa e ci interpella, non siamo semplici spettatori ma attori protagonisti, capaci di visioni lungimiranti e profetiche per il bene comune.
Come arrivare a tutti? I cantieri di Betania non hanno data di scadenza. Non c’è un momento in cui finisce una fase e ne inizia un’altra, c’è una circolarità e una trasversalità. È bene che continuino le esperienze di cantiere perché sono già esperienze di Chiesa sinodale, che mette in pratica uno stile nuovo. Di seguito, alcune prospettive arrivate dai contributi:
1- La comune presa di coscienza della dignità battesimale fa da sfondo a quella della riformulazione di organismi di partecipazione in stile sinodale educandosi alla corresponsabilità. Da questa comune dignità, scaturisce la forza della formazione congiunta di presbiteri di laici e di tutte le vocazioni, per generare e rendere viva una Chiesa che partecipa ed è corresponsabile di quello che dice e fa.
2- Dal comune ascolto nasce tra le associazioni e i gruppi ecclesiali, una viva esperienza di comunione e quindi di Chiesa. Puntare e favorire un lavoro in rete.
3-Una certa resistenza da parte dei pastori potrebbe generare tensioni che portano in sé “disaffezione”. Si nota una difficoltà ad armonizzare il processo sinodale con la pastorale ordinaria. Cosa c’è dietro questa fatica? Capire da dove proviene questa resistenza aiuterebbe ad entrare meglio in questo processo di cambiamento.
4-Sarebbe auspicabile il potenziamento o la creazione di centri di ascolto e di corsi di catechesi biblica, lectio, dare sempre più spazio alla Parola, all’eucaristia e al silenzio rafforzando così il momento della preghiera e della formazione. Nulla cambia se non accompagnato da una conversione personale e comunitaria.
5- La Chiesa, che oggi non riesce ad incrociare la vita delle persone, è bisognosa di rimodulare i linguaggi per portare l’annuncio cristiano. E’importante tornare alla preghiera comunitaria con il metodo della conversazione spirituale, dove la conversazione non è solo un metodo di condivisione, ma deve portare anche ad occasioni per prendere decisioni. Quello che riguarda tutti deve essere discusso da tutti. Si cammina al passo del più lento per non lasciare indietro o in affanno nessuno.
6-Sarebbe opportuno promuovere il ruolo di giovani diaconi, ministri straordinari e laici. a cariche di responsabilità perché l’impegno nella nostra Chiesa è responsabilità e dovere di tutti. Nel cantiere della Diaconia i destinatari sono i fedeli. Bisogna prepararsi bene al servizio, praticarlo con umiltà, educando al servizio disinteressato.
7-Provare a cambiare soprattutto le modalità del catechismo, in primis bisognerebbe coinvolgere le famiglie perché è da lì che parte il tutto. La fede praticata e vissuta in famiglia dovrebbe essere il primo modello per i ragazzi.
8-E’forte nei ragazzi il desiderio di avere delle esperienze pratiche (case famiglia, centri di accoglienza ecc), che possano rimanere impresse nella loro vita. Fare spazio nella “tenda” ai giovani in modo che possano sentirsi coinvolti e protagonisti, accompagnati da sacerdoti e adulti capaci di prendersene cura. Un’attenzione particolare ai percorsi per fidanzati.
9- Il primo servizio dei laici, dovrebbe essere una testimonianza semplice e credibile negli ambienti di vita e soprattutto nel mondo del lavoro.
10-L'arte come evangelizzazione racconta la storia di un popolo. Dovremmo attingere al patrimonio artistico.
Ci pare interessante notare come questo Sinodo non sia solo l'occasione per permettere l'incontro e il confronto tra diverse realtà, ma sia anche il punto di partenza per capire come in realtà non siamo solo noi a camminare insieme, ma è Dio stesso, nella Persona di Gesu', con lo Spirito Santo, che cammina con noi verso il Padre. L'immagine della tenda, di una chiesa che non ha chiusure, che non giudica nessuno, seppure senza scendere a compromessi e tenendo fermi i principi, diventa l'immagine scelta per condividere il nostro lavoro.
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